Madame Gerbelle - Storia di un dono

Il volume nasce da un’idea di Davide Mancini e della famiglia Gerbelle

Si ringrazia per la preziosa collaborazione Michela Murgia

Coordinamento editoriale Riccardo Piaggio e Andrea Pigni

Illustrazioni Guido Pigni

Ricerca e Sviluppo Chiara Piaggio

© Squilibri 2013 ISBN: 978-88-89009-63-5

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Madame Gerbelle (all’anagrafe Giuseppina Pallais), guaritrice del paese di Saint Christophe, è tra le personalità più affascinanti della cultura tradizionale valdostana. La sua casa in località La Plaine immersa nel verde, è stata per anni meta di pellegrinaggio e centro nevralgico di una comunità, non solo locale, che cercava risposte nel secret praticato da “Geppina”. Cos’è, allora, il secret? Il secret è un dono, è conoscenza di antiche formule di guarigione, è ascolto. Ma il secret cela uno scenario narrativo più antico e profondo, pur essendo un savoir ancora vitale e contemporaneo, seppur risemantizzato, che custodisce l’idea e la storia di cura praticata e tramandata in Valle d’Aosta, testimonianza del patrimonio ambientale e immateriale valligiano. Storia di un dono, restituisce la complessità della riflessione sull’uso sociale di saperi tradizionali, attraverso un omaggio appassionato alla figura di Geppina, con la sua intensa vita relazionale, lo spirito anticonformista e la generosa disposizione alla cura, e le storie di vita di quanti, e sono molti, si sono rivolti a lei.

"Non ho il culto del tipico e fatico a rapportarmi al concetto di radici applicato a un’umanità che cambia di continuo. Tutto quello che cerca di declinare la cultura in termini statici mi trova ostile, perché la parola tradizione vuol dire trasporto, passaggio, movimento attraverso il simbolico: esattamente il contrario della conservazione. Quando ho ricevuto l’invito ad andare a Jovençan a incontrare i testimoni dei saperi delle valli aostane avevo dunque il timore di trovarmi davanti all’unica aspettativa che non avrei potuto soddisfare: quella di dover celebrare la convinzione di un’immutabile identità locale.

Che fosse una paura infondata sono stati gli stessi testimoni che ho incontrato a dimostrarmelo, ostentando come propria un’eredità di saperi fatta interamente di incroci di generazioni e di passaggi culturali né previsti, né forse prevedibili. Le uniche radici che riconosco in questa esperienza sono dunque quelle delle erbe che ciascuno di loro conosce e usa per casa propria e per il proprio giro di affetti". (Michela Murgia)