Babel Festival della parola

1a edizione LE PAROLE DELL’ESILIO dal 23 aprile al 2 maggio 2010

da un'idea di Riccardo Piaggio

Lucio Dalla e Marco Alemanno

Castello di Sarre - Sala della Caccia 19 ottobre 2009

Palais di Saint Vincent 23 marzo 2010

Un progetto di Riccardo Piaggio

“Le parole sono azioni”

L. Wittgenstein

Il Festival della parola in Valle d'Aosta è un racconto corale, ogni anno costruito su un tema civile e culturale. A raccontarlo e testimoniarlo, autori delle più diverse disci- pline e delle più lontane esperienze. Ciò che BABEL vuole lasciare, una volta terminato il suo viaggio di dieci giorni, sono le domande che aiutino a comprendere la complessità del mondo, e forse che lascino immagi- narne un altro, possibile. Il Festival si compone di diversi momenti, che vogliono essere strumento di incon- tro con il territorio che lo ospita.

Accanto alla sezione principale di Babel, quella dedicata agli Autori, sono presenti momenti in cui alle parole si aggiunge qualcosa: la musi- ca suonata dai giovani musicisti val- dostani (Babel Musica) e quella d'au- tore (il doppio concerto di Lucio Dalla), il vino (Gli assaggi letterari), il gesto drammaturgico (Babel al Criptoportico), l'immagine (Babel Film) e l'arte popolare (quest'anno, la Mostra su Giorgio Forattini). Infine la Scuola, che è la vera, ideale, Casa di questo Festival, che non vuole edu- care, ma semplicemente suggerire come essere cittadini liberi. Cercheremo di raccontare il tema dell’esilio, condizione complessa ed esperienza universale, oltre che strumento di ogni potere, da sempre, per eliminare il confronto di idee. Sono molteplici i modi di essere esi- liati. Compreso quello di esiliati volontari. La parola, come strumento di conoscenza e creatività è, a secon- da dei casi, causa, espressione, meta- fora e oggetto stesso dell’esilio. Il Festival presenta parole, musica e immagini di esili (compreso quello della parola stessa) e di esiliati. A testimoniarlo, autori che lo hanno vissuto, raccontato o anche, sempli- cemente, immaginato.

Riccardo Piaggio

Perché Lucio Dalla, come primo testimone di BABEL? Lucio Dalla è un autore che raccoglie le immagi- ni, le trasforma in parola e le raccon- ta in musica. Apre questa prima edizione, con un concerto dedicato al Festival. Dalla è un autore popolare, prima ancora che “leggero”. La cultura che il Festival ha scelto di raccontare non è quella immobile e separata dalle nostre esistenze, piuttosto è quella viva, contemporanea e “popolare”. Le parole possono cambiare il mondo (e viceversa), da sole o insie- me: ogni “discorso”, anche quando messo in musica, è una occasione per farlo.

Dopo il breve concerto/lettura che lo ha anticipato il 19 ottobre scorso al Castello di Sarre, il cantautore ritorna a Babel nel giorno della sua presentazione con il quartetto d’ar- chi Nu-Ork, il pianoforte di Beppe d’Onghia e la voce di Marco Alemanno. A raccontare un breve viaggio nelle parole che la poesia, la canzone e l’ar- te nelle sue diverse espressioni hanno immaginato per cambiare

quella invisibile parte di mondo che si nasconde in ciascuno di noi. Partendo da una domanda: a cosa servono le parole (anche in musica)? Una risposta possibile l’ha data lo stesso Dalla, ad Aosta l’autunno scor- so, scegliendo di essere testimone di questa prima edizione del Festival: dove finiscono le parole, forse, cominciano le spade.



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